Per chiunque abbia a che fare con componenti meccaniche all’interno di un impianto di produzione la lubrificazione è un’operazione con cui ci si confronta giornalmente. Negli ultimi anni l’industria si sta muovendo sempre più velocemente verso il paradigma dell’automazione, delegando a nuove macchine i gesti e le attività che fino a poco fa erano svolte a mano. La cosiddetta Industria 4.0 porta dunque con sé una nuova ondata di meccanizzazione e, con essa, domanda e pretende sistemi di lubrificazione nuovi e sempre più efficienti.

Lubrificare le componenti con olio minerale o sintetico è fondamentale, perché non farlo significherebbe disperdere molto più calore e, di conseguenza, rovinare le macchine in tempi molto più brevi. In questo articolo analizziamo le caratteristiche dei lubrificanti disponibili sul mercato mettendoli a confronto. L’obiettivo è dunque rendere gli imprenditori consapevoli di pregi e difetti dell’uno e dell’altro per poter compiere una scelta informata in base alle proprie necessità.

Olio minerale: cos’è

L’olio minerale è la forma più “tradizionale” di lubrificante, in commercio ormai da molte decine di anni. Questo tipo di olio è ottenuto grazie alla distillazione e raffinazione del petrolio, facilmente reperibile sul mercato sia nella forma rigenerata, che di nuova produzione. In passato, tutte le forme di olio minerale erano dette Monograde, erano ovvero utilizzabili solo entro uno specifico intervallo di temperatura. I nuovi oli minerali sono Multigrade e hanno un’applicabilità maggiore. Si riconoscono grazie alla formula numero+W+numero presente sulla confezione (es. 0W30).

La composizione chimica dell’olio minerale è meno pura rispetto a quella dell’olio sintetico. Le maggiori impurità richiedono un rabbocco e una sostituzione più frequente. L’olio minerale è anche poco adatto al contatto con materie plastiche ed elastometri, spesso presenti in alcune componenti meccaniche. Sul lungo periodo queste ultime vengono infragilite, gonfiate o addirittura rotte prematuramente a causa del contatto continuo con l’olio minerale.

Tuttavia, l’olio minerale ha anche dei pregi:

  • Innanzitutto costa meno. Non essendo raffinato, né trattato con additivi, il costo finale della materia è più basso, risultando più appetibile a chi non ha grandi budget a disposizione.
  • In secondo luogo l’olio minerale è multifunzionale: una vasta gamma di veicoli e macchinari sono progettati e ottimizzati per poter accogliere olio minerale.

 

Olio sintetico: cos’è

L’olio sintetico viene creato grazie alla raffinazione ulteriore dell’olio minerale o alla sintetizzazione di componenti chimici. Gli oli sintetici contengono dunque meno impurità e sono spesso trattati con additivi che ne esaltano le proprietà. Il punto di congelamento di un olio sintetico è molto più basso rispetto a quello di un olio minerale e può arrivare fino a -90°C (contro -12°C). Più ci si avvicina al punto di congelamento più l’olio è viscoso e fatica a svolgere la sua funzione lubrificante.

Anche sulle alte temperature l’olio sintetico performa meglio ed è adatto al contatto con materiali plastici. L’olio sintetico ha però un costo maggiore e potrebbe non essere ottimale per alcuni macchinari molto vecchi.

Olio minerale o sintetico: confronto

Dunque è meglio scegliere un olio minerale o sintetico?

L’olio sintetico ha sicuramente delle performance migliori sotto molti punti di vista rispetto all’olio minerale. Conviene acquistare olio minerale nelle situazioni economiche e logistiche emergenziali, in assenza di materie plastiche e solo quando si prevede di dover lubrificare un macchinario per poco tempo.

Conviene acquistare olio sintetico in tutti gli altri casi. Nonostante costi un po’ di più, il suo acquisto rappresenta un investimento a lungo termine per lo stabilimento per diversi motivi:

  • Necessita di meno rabbocchi e operazioni di manutenzione.
  • In alcuni casi è adatto al contatto con materie plastiche.
  • Ha un punto di congelamento più basso.
  • Fa disperdere meno energia e calore all’impianto.

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